11 Giu

“Leggere” parole: scrittura, lettura e silenzio come cura

“Non esiste una magia come quella delle parole.”
A. France

 

E’ possibile “Leggere” parole?

Usiamo le parole per comunicare ogni giorno, le leggiamo nei libri e nelle riviste, le scriviamo su carta o dispositivi elettronici per far arrivare la nostra voce a tutti, le ascoltiamo, spesso le diamo anche per scontate o magari le usiamo per ferire qualcuno.

Tutti “leggiamo” parole e questa espressione è ancor più vera per me e per il mio lavoro di psicologa.

L’articolo di oggi nasce da una richiesta: “Vorrei che tu fossi la Mina Vagante di giugno”

Un complimento così non me lo avevano mai fatto! Allora ho detto sì, perché i complimenti vanno presi, portati a casa e custoditi come un dono prezioso.

E ancora: “Dovresti scrivere un pezzo, con il tuo stile ovviamente”.

parole, leggere, psicologa, pescaraScrivere con il mio stile?

Beh significa questo: una postazione smart working, musica in cuffia, di nicchia e possibilmente di anni in cui io neanche esistevo, libri, fumetti, penne, colori, block notes, (eh sì… scrivo a mano!) piccoli batuffoli pelosi che mi gironzolano attorno e la mia immagine che ogni tanto si intravede riflessa sul pc, che mi ricorda quanto mi piaccia essere “diversa.”

Scrivo post per i miei social, articoli per il sito, uso le parole nei miei colloqui e consulenze di lavoro. Le parole mi aiutano a sostenere, orientare, stimolare riflessioni, ampliare prospettive e dare vita alle idee che si affacciano alla mia coscienza.

Nell’articolo di oggi vi propongo un viaggio nella mia dimensione e nell’uso che faccio delle parole in ogni giorno della mia vita.

 

Le parole che curano

Le parole sono ovunque, sono musica, mi danzano attorno sempre in modi “diversi”, trovano canali inaspettati per farsi sentire.

conversazione, parole, leggere paroleSono nei libri dei miei gruppi di lettura al contrario, sono nella tela di un quadro non ancora dipinto che aspetta di essere inondato di emozioni, sono nella musica che uso in studio, sono in un corpo che trattiene parole, soffre e aspetta di capire come liberarsi dal dolore, sono sospese in un’atmosfera onirica durante una sessione di rilassamento… sono con me, mie fidate alleate.

Sono immersa nelle parole e in quelle di chi mi racconta la sua storia, di chi mi lascia sfogliare il proprio, personalissimo libro interiore e in qualche modo mi dà le istruzioni per aiutarlo.

Ma le parole vanno rispettate, scelte con cura e pronunciate con cautela. La nostra mente è come un giardino e le parole sono semi: possiamo scegliere di far crescere fiori e piante rigogliose oppure erbacce. E per avere rispetto abbiamo bisogno di imparare ad ascoltare.

“Ascoltare bene è quasi rispondere” scriveva de Marivaux e per scegliere le parole giuste ho bisogno di ascoltare, di sospendermi, entrare in sintonia con l’altro. Solo così posso vedere davvero chi ho davanti, rispettare la sua narrazione, i suoi bisogni e stabilire un rapporto vero e profondo fatto di parole che curano.

 

Write me (thanks to Aerosmith!)

parole, leggere, scrivereIn questo ascolto la parola che “cura” trova la sua strada, magari trasformandosi, passando attraverso una penna e poggiandosi su un foglio, per dare vita ad una scrittura terapeutica. Mi piace proporla nel mio lavoro perché nasconde in sé una potenza straordinaria; narrarsi, scrivere ciò che ci turba, limita e ferisce, ci aiuta a riacquistare la leggerezza, ci libera da un peso.

Immaginate un diario che custodisca per voi momenti difficili, emozioni poco gestibili, brutte giornate, un contenitore a cui affidare una parte di voi e che vi aiuti a sostenere un peso. In questo modo ci alleniamo all’ascolto di noi stessi, ci incontriamo, ci conosciamo e la scrittura diventa mezzo espressivo e di guarigione.

 

The book of your hearth (thanks to U2!)

Ma il potere della parola non si esaurisce qui perché anche mentre leggiamo le parole si prendono cura di noi.

Vi è mai capitato di sentirvi meglio dopo aver letto un libro?  Di immergervi completamente nelle pagine di un romanzo e finire trasportati in un’altra realtà? Di sentirvi quasi svuotati dopo una lettura?

leggere, parole, psicologaÈ merito della magia che risiede nella lettura. Leggendo facciamo nostro il vissuto dei personaggi, ci immergiamo nel loro sentire, nel loro agire, l’immaginazione corre veloce e tutto questo ci fa emozionare profondamente. Ecco perché possiamo dire che leggere è un’esperienza magica.

E io ho preso questa magia e l’ho trasformata.

Come un alchimista ho calibrato tutti gli ingredienti e ho creato un’esperienza che racchiude in sé l’essenza curativa dei libri. Si chiama LeggiAmo-CI.

Le parole prendono vita all’interno di un gruppo che si lascia “cullare” dalla lettura e crea la sua identità.

Attraverso libri, fumetti e storie ogni partecipante ha la possibilità di sperimentare, in un luogo sicuro, le sue parole, mettendo in atto nuovi stili comunicativi e nuovi modi di stare in relazione con sé stessi e con gli altri.

Incontro dopo incontro, partendo dai libri del cuore, diventiamo capaci di “tessere” una nuova storia, nuove parole che curano.

 

The sound of silence (thanks to Simon & Garfunkel!)

E tra storie e parole a volte il silenzio è necessario.

Mi prendo cura del silenzio che incontro ogni giorno, cerco di accoglierlo, descriverlo, comprenderlo perché è qui che si nasconde il mistero, la nostra personale verità.

silenzio, parole, leggere, psicologaIl Silenzio per me è vuoto fertile e ve lo spiego con la musica cosa significa. Musica che ci ha accompagnato fin dall’inizio di questa chiacchierata, scandendo il mio racconto, titolo dopo titolo.

Silenzio e suono sono elementi che si contengono e completano nella musica. Anche dentro di noi esiste un equilibrio tra lavoro e quiete, tensione e rilascio. Il silenzio è l’ottava nota della musica, è in grado di dare vita a sfumature emozionali sempre diverse regalandoci un momento d’ascolto interiore, quasi di rivelazione

Il vuoto fertile è il silenzio delle parole, il silenzio dell’anima, quella nota che segna un momento di ritiro per consentire ad altro di emergere. Questo vuoto ci permette di progredire nella nostra esperienza e nella parola perché rappresenta allo stesso tempo un momento di chiusura e di apertura.

Come nella musica un silenzio ci prepara a nuove storie e personaggi, cosi nel nostro vuoto emergono nuove possibilità e nuove parole che si prendono cura di noi.

Grazie ad Anna Lisa, amante delle parole come me, che mi ha voluto come ospite sul suo blog e mi ha invitato a scrivere per me e per voi. Se avete voglia di leggere le sue storie ecco dove trovarla: Parole e Pois

Vuoi condividere con me la tua storia? Scrivimi adesso, le tue parole per me sono importanti!

“Leggere” parole: scrittura, lettura e silenzio come cura

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